Occupandomi di finanziamenti e di assicurazioni ho assistito a due atteggiamenti contrastanti da parte delle famiglie italiane rispetto alla sicurezza economica: da un lato la relativa facilità con cui si contrae un finanziamento per acquistare qualcosa che non si potrebbe acquistare nell’immediato senza indebitarsi, dall’altro la forte resistenza a prendersi un impegno mensile per costruire o proteggere un capitale.
Quando parlo di relativa facilità mi riferisco al fatto che l’attenzione posta alle condizioni del finanziamento è normalmente bassa. In buona sostanza si guarda alla rata, si fanno due conti sommari sulla possibilità di sostenerla per il tempo richiesto e si firma il contratto, senza preoccuparci di TAN, TAEG, CPI, rapporto rata reddito ed effetti collaterali del ‘pagare a rate’ e tantomeno del costo complessivo dell’operazione.
Diversamente, quando a qualcuno viene prospettata la possibilità di stipulare una polizza per proteggersi o costruirsi un piccolo capitale accantonando una modica cifra mensile, l’idea di quella fetta di potere d’acquisto congelata per diversi anni spesso diventa un ostacolo insormontabile.
In altre parole l’Italiano medio è più propenso a ridurre il suo potere di acquisto futuro per acquistare beni materiali tangibili che soddisfano bisogni immediati (l’auto nuova, il televisore più grande, il cellulare ultimo modello, la vacanza esotica, il trattamento estetico…) che per acquistare sicurezza economica per sé e per la sua famiglia.
Più propensi ad indebitarci che ad investire in sicurezza
Quando parlo di propensione all’indebitamento non mi riferisco alle spese necessarie per far fronte a bisogni irrinunciabili. L’acquisto di un’auto perché si è rimasti senza e si è impossibilitati a muoversi per andare a lavoro è un acquisto necessario; la sostituzione dell’auto perfettamente funzionante con un modello più nuovo e meglio accessoriato è la soddisfazione di un desiderio, probabilmente indotto dalla pubblicità e/o dal contesto in cui viviamo, ed è legato alla percezione di sé rispetto a quel contesto.
Eppure per molti di noi è più facile immobilizzare denaro in un debito che soddisfa un desiderio che in un’assicurazione che ci aiuti a costruire sicurezza.
La prima cosa che mi viene in mente è che in Italia da un lato siamo un po’ fatalisti e dall’altro abbiamo perso la propensione al risparmio, in quanto il nostro essere risparmiatori era legato soprattutto alla precarietà delle entrate, soggette a tante variabili, prima fra tutte l’imprevedibilità della natura. Con lo spostamento dalle campagne alle città è sopraggiunta la possibilità di poter contare su uno stipendio ‘fisso’, il che ci ha dato l’illusione di non avere più bisogno di accantonare una riserva di cui disporre nei momenti difficili. In altre parole da molti il risparmio è stato percepito come elemento non fondamentale, potendo contare su entrate certe e costanti e sulla possibilità di acquistare senza disporre dell’intera somma.
Molti mi obietteranno che oggi questa sicurezza non c’è più e che mancano proprio i soldi per far fronte alle necessità primarie e questa è la vera ragione della impossibilità di risparmiare e dell’investire in sicurezza economica. Io però qui non mi sto riferendo a chi si trova in un momento di difficoltà economica oggettiva. Mi riferisco a tutta quella parte di persone che può ancora contare su entrate stabili e tuttavia oppone resistenza al congelamento di una parte del potere d’acquisto per comprare sicurezza per se e per la famiglia e non oppone la stessa resistenza quando si tratta di contrarre un debito per comprare qualcosa che soddisfa un suo bisogno immedia
Le assicurazioni ci aiutano a costruire sicurezza economica
Se fossimo più consapevoli di come le assicurazioni ci aiutano a costruire e a proteggere la nostra sicurezza economica, mettendoci a disposizione strumenti per costruire un piccolo capitale e per proteggerci dalle conseguenze economiche di un danno, probabilmente riusciremmo a spostare la nostra percezione da costo a investimento quando pensiamo ad un’assicurazione.
Questo cambio di prospettiva ci porterebbe a fare un’attenta valutazione dei rischi a cui siamo potenzialmente esposti, valutandone le eventuali conseguenze economiche, qualora si verificassero, e a capire quali rischi siamo in grado di assumerci in proprio e quali sarebbe opportuno delegare ad una compagnia di assicurazioni.
Una attenta analisi dei rischi assicurabili ci permetterebbe di garantirci da imprevisti gravi a costi molto contenuti rispetto a quelle che sarebbero le conseguenze economiche che dovremmo affrontare se tenessimo per noi il rischio. E questo è ancora più importante in momenti in cui la disponibilità economica è ridotta, in quanto le conseguenze sarebbero ancora più gravi.
Purtroppo in Italia manca l’abitudine generalizzata a fare una corretta pianificazione finanziaria che includa le assicurazioni come strumenti di costruzione e protezione di capitale e quindi come strumenti capaci di garantire una maggior sicurezza economica alla propria famiglia.
Parlando di assicurazioni molto spesso la sola assicurazione posseduta dalle famiglie è l’assicurazione auto perché è un obbligo di legge.
Articolo ben fatto e con spunti interessanti.
Grazie Giuseppe!