L’impatto fiscale nelle polizze assicurative: da costo a opportunità?

Parlare di imposte è spesso considerato argomento noioso, complicato, per nulla chiaro, e questione da lasciare a grigi specialisti amministrativi; gli stessi cultori della materia tributaria ammettono di muoversi su un terreno magmatico, con tante incertezze e poche possibilità di ancoraggio.

Eppure l’impatto del costo fiscale sui premi delle polizze assicurative è certo e può essere importante, se si pensa, per esempio, alla sola imposta sulle assicurazioni di cui alla Legge 1216/61, cui può corrispondere l’aliquota non trascurabile del 21,25% del premio incassato.

Quindi in una trattativa commerciale per una copertura può essere più che opportuno far presente al cliente che una parte, anche importante, del costo di polizza è indipendente dall’intermediario, che si limita a incassare l’imposta per conto dell’Erario (o delle Regioni per l’RC AUTO), senza avere nessun margine di manovra sulla stessa.

Peraltro vi sono alcuni casi complessi in cui le compagnie assicurative non presentano sempre, per il medesimo rischio, lapplicazione della stessa aliquota di imposta sui premi delle assicurazioni; è il caso, ad esempio, della copertura per l’assistenza veterinaria. Come noto il ramo assistenza è tassato ad aliquota di favore del 10%, anziché alla più elevata aliquota del 21,25% (quella che si dovrebbe usare, ai sensi dell’Allegato A della Legge 1216/61, quando la tariffa non esplicita chiaramente un’aliquota per uno specifico rischio); personalmente, per il caso descritto, ho raccolto autorevoli pareri sulla inadeguatezza dell’aliquota agevolata, se non altro in quanto nella definizione di ciò che è compreso nel ramo “Assistenza”, l’art. 175 del Codice delle Assicurazioni Private non sembra includere coperture per gli animali domestici, ma solo per le persone. Quindi, proprio per la differente interpretazione dell’imposta sul mercato, ci possono essere scostamenti nel prezzo di questa polizza di oltre l’11%, risultanti dalla differenza tra le aliquote 21,25 % e 10%.

Fin qui, per dimostrare il peso delle imposte nei prodotti assicurativi, e quindi dell’opportunità che l’intermediario che li propone ne abbia consapevolezza , ho parlato in termini di “costo” delle stesse.

Ma non posso trascurare l’aspetto “opportunità”.

Quando l’impatto fiscale nelle polizze assicurative può diventare un’opportunità per cliente e intermediario?

L’impatto fiscale nelle polizze assicurative può essere trasformato in opportunità quando, durante la trattativa commerciale per determinate coperture, può essere sottolineata l’assenza o la mitigazione di imposte rispetto all’ordinario; è il caso, ad esempio, delle polizze vita, esenti dal 2001 dall’imposta sulle assicurazioni, oppure del rendimento esente IRPEF dei PIR, anche quando costituiti tramite contratti di assicurazione, così come va ben promozionata al contraente la possibilità di fruire di aliquote di imposta agevolata sui premi di alcune coperture assicurative come, per esempio, la copertura del rischio Incendio o Responsabilità Civile in agricoltura.

Non solo; molte coperture presentano vantaggi fiscali in termini di detraibilità del premio per le persone fisiche; è il caso delle polizze vita e infortuni, delle coperture per invalidità grave (dread disease), per non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana (Long Term Care), delle polizze contro il rischio di eventi calamitosi, etc.

Ancora di vantaggio fiscale possiamo parlare quando il premio, per l’impresa contraente, può essere deducibile dal reddito: può essere il caso, ad esempio, della polizza di Responsabilità Civile dell’Amministratore, che tutela la società da eventuali danni economici causati dall’amministratore con le attività sociali svolte. Oppure il versamento fatto ai piani pensionistici individuali commercializzati dalle compagnie di assicurazione, deducibile annualmente nel limite di 5.164,67 euro.

Non andrebbe inoltre taciuto, in fase di proposta di un copertura vita, l’innegabile vantaggio dell’inapplicabilità di imposta di successione e donazione delle prestazioni erogate a seguito di decesso dell’assicurato, così come, per i prodotti a finalità previdenziale, la generale impignorabilità e insequestrabilità.

In conclusione un po’ di conoscenza, anche se non da specialista tributario, di ciò che le imposte comportano per le coperture assicurative, in termini di costi e opportunità, dovrebbe essere nel bagaglio  dell’agente o intermediario assicurativo, per meglio promozionare l’offerta dei suoi servizi, così da rendere consapevole il potenziale cliente contraente dell’opportunità di una copertura non solo per la diminuzione di un rischio ma anche per lo sfruttamento legittimo di un vantaggio fiscale.

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Informazioni su Bruno Sgorbati

Conseguita la laurea in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, ho sempre lavorato presso aziende di grandi gruppi assicurativi, in primis come assuntore rischi, poi come auditor interno e, nel corso dei successivi trent’anni, alla guida dell’ufficio fiscale, rappresentando, per le questioni tributarie, le società del proprio gruppo presso l’ANIA, l’associazione di categoria delle imprese assicuratrici italiane.
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