Occhio ai costi delle polizze vita, in alcuni casi possono vanificare i vantaggi della tassazione agevolata di cui godono e che le rende preferibili rispetto ad altre forme di investimento.
Negli ultimi anni, anche a causa dei bassi tassi d’interesse riconosciuti sulla liquidità depositata in conto corrente, sempre più Italiani cercano forme di risparmio alternative e, tra queste, un ruolo di primissimo piano è rappresentato dalle polizze sulla vita.
La maggior parte di tale raccolta è indirizzata verso contratti di ramo I collegati a una gestione separata, destinati principalmente a coloro che non vogliono esporsi a rischi troppo elevati in cambio di un minor rendimento; non mancano tuttavia gli investimenti nel ramo III (unit/index linked o multiramo).
A prima battuta, gli italiani hanno trovato un buon alleato nelle polizze rivalutabili, come dimostrato dai tassi di rendimento (lordi) realizzati dalle gestioni separate nel corso del 2018 pubblicati lo scorso 26 Marzo dal Sole 24 Ore. Si va dal 4,67% realizzato dalla BG Sovrana di Genertellife allo 0,29% di “Serenamente” realizzato da Cattolica, con una media di circa il 3,2%: un profitto ben superiore rispetto a quanto riconosciuto in caso di deposito su conto corrente.
A questo va anche aggiunto l’esenzione dell’imposta di bollo (solamente per il ramo I), insieme ai vantaggi relativi all’insequestrabilità e all’impignorabilità tipici delle polizze assicurative.
Tuttavia, se da una parte è vero che i rendimenti (lordi) sono di tutto rispetto, dall’altra bisogna altresì analizzare anche l’altro lato della medaglia, ossia i costi sostenuti dal contraente, e solo allora valutare la bontà dell’investimento.
La valutazione della bontà dell’investimento deve necessariamente tenere conto di diversi fattori, fra cui la tipologia d’investitore, la sua propensione/avversione al rischio, la sua situazione finanziaria inclusa la capacità di sostenere perdite, il suo orizzonte temporale e i suoi obiettivi d’investimento: tutti aspetti che devono combaciare con la tipologia di prodotto prescelta.
I costi delle polizze vita che dobbiamo prendere in considerazione
Quando decidiamo di investire in una polizza vita, oltre al rendimento attesa, dobbiamo conoscere anche quali sono i costi a cui andiamo incontro. Conoscerli è estremamente importante in quanto, se particolarmente elevati, potrebbero assorbire in maniera significativa il rendimento conseguito, facendo anche registrare delle ingenti perdite all’investitore.
Costi di ingresso
È opportuno tenere sempre bene a mente la distinzione fra “capitale versato” e “capitale investito”; non sempre infatti il capitale versato dal contraente viene interamente investito, in quanto molto spesso sono presenti dei costi iniziali (meglio definiti “caricamenti”), ossia da sostenere al momento della sottoscrizione del contratto.
Tali costi, espressi solitamente in misura percentuale rispetto al premio versato, possono essere definiti in base a vari criteri come l’entità del capitale versato, l’entità dei versamenti futuri, o entrambi.
In aggiunta, tali costi potrebbero anche essere applicati anche ad eventuali e futuri versamenti aggiuntivi, se previsto dalle condizioni di assicurazione.
Ovviamente tanto più alti saranno i costi applicati ai premi (unico iniziale o versamenti aggiuntivi) tanto minore sarà il capitale investito, riducendo così il guadagno dell’investitore.
L’orizzonte temporale: RHP, MRP, e riscatto
Un altro fattore che influenza in maniera sensibile l’investimento in polizze è quello relativo all’orizzonte temporale. In genere l’investimento in polizze non è consigliato per chi opera con un’ottica di breve periodo in quanto:
- indipendentemente dalla tipologia del prodotto, per recuperare i costi è spesso necessario che sia trascorso un “periodo di detenzione raccomandato” (ossia in fase pre-contrattuale viene consigliato un periodo di detenzione che consenta di recuperare i costi ed ottenere un guadagno ragionevole);
- è quasi sempre presente un “periodo di detenzione minimo richiesto”, ossia un periodo, coincidente solitamente con il 1°anno di contratto, durante il quale l’investitore non può recedere dal contratto;
- sono spesso previste delle penalità di riscatto anticipato nei primi anni di contratto, solitamente nei primi 3/5. In questi casi la penalità verrà calcolata in un modo decrescente in riferimento agli anni, meno sono gli anni maturati più sarà la penalità.
Costi delle polizze vita per l’esercizio delle opzioni
Bisogna fare attenzione anche ad eventuali opzioni previste nel contratto. Si pensi ad esempio all’opzione di “switch” nel caso in cui un contratto abbia più gestioni separate, o diversi OICR/ETF: spesso le compagnie prevedono un numero di operazioni a titolo gratuito all’anno, e se il contraente desidera effettuarne di altre, quest’ultime saranno a suo carico.
Altri esempi possono essere rappresentati dalla possibilità di convertire il capitale assicurato in rendita, di pagare il premio annuo con un frazionamento semestrale, trimestrale o mensile.
Le commissioni di gestione
Indipendentemente dalla tipologia di polizza sottoscritta, un ruolo centrale nell’analisi costo/benefici è svolto dalle commissioni di gestione.
Infatti, per quanto concerne l’investimento in gestione separata, è importante sottolineare che annualmente viene riconosciuto al contraente il rendimento della gestione separata oggetto del contratto (così come certificato anche dalle società di revisione), diminuito però di un valore trattenuto da parte della compagnia, che solitamente si aggira intorno all’1,50% – 2%.
Se poi il rendimento % di una data GS supera una determinata percentuale, può essere previsto dalle condizioni di assicurazione l’applicazione di una commissione di overperformance.
Anche l’investimento in OICR ed ETF non è esente da costi. La compagnia infatti sostiene dei costi legati alla gestione dei comparti in cui il contraente può scegliere di investire, e li ribalta sul contraente trattenendo spesso delle quote assicurate.
La somma dei vari tipi di costi di una polizza vita può arrivare facilmente ad un valore trattenuto complessivo del 6 % -7 %, se non maggiore.
Considerato l’impatto che i costi delle polizze vita hanno sul loro rendimento, è fondamentale fare un’analisi approfondita di tutti i fattori che li determinano al fine di effettuare una scelta oculata dell’investimento, onde evitare una perdita di capitale.
Ragazzi, non potete fare articoli di questo tipo e non mettere la data di quando l’avete scritto.
Come faccio a sapere se parlate riferendovi a 4 anni fa o a ieri?
Daiiiiiiii…..
Non è un articolo sulla filosofia di Kant o sulle piramdi egizie.
Buongiorno Alfredo,
concordo, per alcuni articoli la data è rilevante. Provvediamo subito!