Negli ultimi anni, la sanità integrativa ha registrato una crescita accelerata, aumentando il numero di piani sanitari integrativi sottoscritti. Gli italiani che ne usufruiscono sono più che raddoppiati, passando dai circa 6 milioni del 2010 ai quasi 15 milioni del 2019, con un incremento di spesa intorno al 35 per cento.
Oltre 8,3 milioni sono le prestazioni sanitarie pagate da queste forme integrative: quasi 4 milioni di visite specialistiche, poco meno di 3 milioni di cure dentarie e oltre 1 milione di diagnosi precoci, per un ammontare complessivo di 3,6 miliardi di euro e un valore medio di rimborso di 433,15 euro per ogni assicurato.
I dati emergono dal rapporto 2019 Censis Sanità Integrativa, che mostra come – nonostante l’impennata – solo due italiani su dieci possano permettersi di accedere a queste forme sanitarie complementari. Tutti gli altri pagano di tasca propria visite, analisi e indagini cliniche, spesso senza aver provato a prenotarle prima attraverso il Servizio Sanitario Nazionale.
La sanità integrativa fatica ad affermarsi, per quali ragioni?
In effetti, gli attuali 13 milioni di italiani corrispondono circa al 22 per cento della popolazione, uno dei dati più bassi in Europa e questo è dovuto a molteplici fattori.
Innanzitutto, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha funzionato piuttosto bene nel corso degli anni, almeno fino a quando ha iniziato a mostrare i primi segni di congestione e sofferenza: per molto tempo, quindi, non si è avvertita la necessità di ricorrere a una sanità complementare rispetto a quella pubblica.
In secondo luogo, le assicurazioni private propongono certamente soluzioni costose, non per tutte le tasche.
Eppure, l’esigenza concreta di un’alternativa è nata dalle lunghissime liste di attesa del SSN, spesso incompatibili con le esigenze di cura delle varie patologie. È capitato a tutti di doversi rivolgere a una struttura privata per poter effettuare un controllo urgente: ecco l’assistenza sanitaria integrativa interviene proprio in questi casi, offrendo una copertura totale o parziale delle spese da sostenere.
Come scegliere il piano sanitario integrativo più vantaggioso?
Per prima cosa, è importante distinguere tra le due principali forme di sanità integrativa, ovvero la sanità integrativa di tipo mutualistico (offerte dalle società di mutuo soccorso) e la sanità integrativa di tipo assicurativo (compagnie private).
Le società di mutuo soccorso sono enti appartenenti al Terzo Settore e quindi “no profit” (senza scopo di lucro), che hanno finalità assistenziale e operano sulla base di principi mutualistici, mentre le compagnie di assicurazione sono imprese aventi scopo di lucro: generalmente, questo si traduce in minori costi di adesione per le prime, maggiori per le seconde.
Le altre differenze tra le due forme di sanità integrativa sono:
- vincolo di età: di solito, i piani sanitari integrativi di tipo assicurativo prevedono un vincolo di età, oltre il quale non è permesso sottoscrivere alcuna polizza, e un’età massima, oltre la quale la copertura assicurativa decade. Al contrario, nei piani sanitati integrativi di tipo mutualistico si diventa membri di un’organizzazione senza limiti di età e per l’intera durata del rapporto di adesione (cioè a vita);
- possibilità di recesso: qualora il piano sanitario integrativo di tipo assicurativo non sia più vantaggiso per la compagnia assicurativa privata, questa può recedere dal contratto, liberandosi da ogni obbligazione. In altre parole, l’assicurato deve comunicare alla compagnia qualsiasi elemento che faccia variare il suo rischio malattia e la compagnia assicuratrice ha la possibilità di recedere. Nelle società di mutuo soccorso, invece, solamente il socio può liberamente recedere dal contratto;
- vantaggi fiscali: i contributi associativi versati per un piano sanitario integrativo di tipo mutualistico sono detraibili dalle imposte. Come prevede l’art. 83 comma 5 del Dlgs. n. 117/2017 (Codice Terzo Settore), i contributi associativi versati dai soci alle Società di Mutuo Soccorso (quelle operanti ai sensi dell’art. 1 della L. 3818/1886), sono detraibili fino ad un importo di € 1.300 sono detraibili dalle imposte (nella misura del 19%) con un massimale autonomo e specifico. Per avere diritto alla detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi è necessario effettuare il versamento dei contributi nell’anno a cui gli stessi si riferiscono. La motivazione di questa agevolazione risiede nel riconoscimento della funzione sociale svolta dalle SMS, che sono enti del Terzo Settore senza hanno scopo di lucro e che svolgono finalità di interesse generale, assistendo le persone anche quando si trovano in condizione di fragilità
Come scegliere la mutua o la compagnia assicurativa più adeguata alle nostre esigenze?
Un’altra soluzione di sanità integrativa è offerta dai fondi sanitari integrativi, che nascono da una contrattazione nazionale e sono destinati a un’utenza specifica di lavoratori. In questo caso sono direttamente le aziende ad aderire al fondo iscrivendo tutti i dipendenti, che quindi non hanno spese a loro carico. I più importanti in Italia sono MetaSalute, riservato ai lavoratori dell’industria metalmeccanica, e Fondo Est, riservato ai lavoratori del settore commercio e servizi, ma l’elenco è lungo e differenziato per le varie associazioni di imprese.
Fra le soluzioni assicurative, invece, i principali nomi di riferimento sono Generali (www.generali.it), Allianz (www.allianz.it), Unisalute (www.unisalute.it), Axa (www.axa.it) e RBM Assicurazione Salute (www.rbmsalute.it).
Fra le soluzioni mutualistiche, segnaliamo le più accreditate società di mutuo soccorso nel panorama nazionale quali Mutua Cesare Pozzo (www.mutuacesarepozzo.org), CAMPA (www.campa.it) ed Aglea Salus (www.agleasalus.it), tutte aderenti alla Fimiv (www.fimiv.it).
Rimane comunque difficile stabilire a priori quale compagnia o quale muta offra il piano sanitario integrativo migliore, perché non esiste un profilo valido per tutti. Ogni mutua o compagnia offre numerose forme di assistenza sanitaria, che possono essere più o meno adatte alle singole esigenze.
Ad esempio, ci sono piani sanitari integrativi che coprono solo una specifica esigenza sanitaria, come le spese dentistiche o i programmi di prevenzione, mentre altri offrono una tutela più estesa, anche per tutto il nucleo famigliare.
Un piano sanitaro integrativo copre anche i rischi longevità e non autosufficienza?
Alcune soluzioni (polizze o piani mutualistici) sono specificamente etichettate come Long Term Care e coprono le spese che derivano dall’impossibilità di svolgere autonomamente le normali funzioni della vita quotidiana (come muoversi, lavarsi e mangiare), non necessariamente a causa di malattie o infortuni, ma anche per il normale invecchiamento che mina l’autosufficienza.
Con l’allungamento della vita media, aumenteranno in maniera esponenziale le persone bisognose di assistenza di lungo periodo e sempre più famiglie dovranno farsi carico di un familiare non autosufficiente. Queste polizze servono proprio a preservarci dall’affrontare spese che potrebbero rivelarsi insostenibili per la nostra situazione economica.
Conclusioni
In generale, comunque, per scegliere la soluzione più adatta è bene fare più comparazioni: generalmente, nelle assicurazioni private il premio da versare viene calcolato sulla base dell’età e sul numero di persone che compongono il nucleo famigliare, mentre in quelle mutualistiche l’importo è fisso e non varia in base ai vari parametri.
Mediamente, per una famiglia composta da quattro persone (marito e moglie di circa 50 anni e due figli intorno ai 20 anni), sottoscrivere una polizza privata costa fra i 3000 e i 4000 euro all’anno; con un piano mutualistico, invece, ci si aggira intorno ai 1500 euro.
Di norma, inoltre, le assicurazioni private tengono conto anche di eventuali malattie pregresse, seppure risolte, e delle eventuali patologie presenti al momento della sottoscrizione, escludendo tutte le prestazioni di cura o controllo che vi hanno attinenza, che quindi non sono coperte dalla polizza.
Diversamente, le soluzioni mutualistiche prevedono anche l’inclusione delle malattie pregresse o già in corso, seppur con alcune limitazioni o carenze.
Per non sbagliare, dunque, è bene chiedere consiglio ad un consulente di fiducia: gli esperti del sito Parliamo di Assicurazioni sono a disposizione per aiutare ad orientarsi tra le diverse offerte sul mercato e selezionare quella più idonea ai propri bisogni, che talvolta possono cambiare in base alla zona di residenza, più o meno capace di soddisfare le richieste sanitarie tramite il servizio pubblico.
Nota: L’articolo è stato pubblicato ad ottobre 2019 sul mensile BenEssere sotto forma di intervista della giornalista Paola Rinaldi all’esperto di sanità integrativa Pietro Cantù Rajnoldi.
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Strano che tra le Società di Mutuo Soccorso più accreditate non venga citata Mutua MBA, la più grande e solida mutua nazionale.
Buonasera Gianni,
rileggendo l’articolo di Pietro Cantù Rajnoldi direi che l’autore abbia voluto riferirsi ad alcune tra le mutue aderenti a Fimiv, di cui, se non vado errata, Mutua MBA non fa parte.
salve,ho letto l’articolo dove si parla di fondi sanitari integrativi per categorie di lavoratori, assicurazioni private e sanità integrativa di tipo mutualistico.
ho una società srl che opera in ambito riabilitativo fisioterapico inquadrata nei sevizi ,ho dipendenti.
la mia famiglia ha un nucleo di 4 persone.
vorrei una consulenza per orientarmi in merito.
grazie buona giornata.