Quando la gestione del sinistro fa la differenza, intervista a Gianluca Costantini

Abbiamo chiesto a Gianluca Costantini, titolare dell’Agenzia Costantini di Perugia, cosa vuol dire per lui essere un consulente assicurativo e di raccontarci un caso in cui è stata proprio la gestione del sinistro messa in atto dalla sua agenzia a fare la differenza per il suo cliente, oltre al fatto che il cliente fosse ben assicurato.

Gianluca, cosa vuol dire per te essere un consulente assicurativo?

Essere un consulente assicurativo è, prima di tutto, un servizio alla persona. Per rendere questo servizio bisogna credere nelle assicurazioni come strumenti di protezione e bisogna saper creare e coltivare relazioni basate sulla fiducia reciproca. In pratica bisogna avere lo spirito dell’agricoltore, non certo quello del cacciatore, e bisogna saper porre tutta l’attenzione ai bisogni del cliente. Solo così si è in grado di definire soluzioni assicurative realmente adeguate alle esigenze che sono emerse e che, al momento del sinistro, si riveleranno efficaci.

Gianluca, quando la gestione del sinistro fa la differenza tra ottenere e non ottenere l’indennizzo atteso?

Dal 1987 la mia agenzia segue un’importante azienda umbra nel settore metalmeccanico/automotive, con un centinaio di dipendenti. La assicuriamo per qualunque tipologia di rischio e l’adeguatezza delle coperture sottoscritte dall’azienda è garantita dal continuo confronto con la direzione aziendale.

Ad un certo punto uno dei dipendenti, lavorando presso un grosso macchinario, subisce accidentalmente un grave danno fisico (fratture multiple con conseguente invalidità permanente).

Come sempre avviene in questi casi, l’INAIL (Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro – ente assicurativo a cui noi tutti ci affidiamo spesso ciecamente – dopo aver pagato secondo le sue competenze il risarcimento diretto al dipendente, tenta di rivalersi sull’azienda.

Contestualmente alla notifica della richiesta di rivalsa da parte di INAIL, il nostro cliente riceve anche la richiesta di risarcimento da parte del dipendente, il quale, supportato dal proprio legale e secondo quanto previsto dalla legge, chiedeva al datore di lavoro di integrare il risarcimento ricevuto da INAIL, in quanto la somma riconosciuta era decisamente inadeguata rispetto al danno subito.

Mi rendo conto che è proprio in questi momenti che ci accorgiamo di quanto sia inadeguato il sostegno dello Stato: l’assistenzialismo pubblico ha delle falle e delle grosse carenze (prime fra tutte le franchigie negli indennizzi e limitazioni agli importi di risarcimento) e non garantisce più il soddisfacimento necessario a tutti per qualunque situazione.

Vicende come questa non succedono spesso, ma quando succedono portano con sé una valanga di eventi sfavorevoli.

Considerata l’entità del danno fisico alla persona, l’azienda è stata minacciata anche di un procedimento penale nei confronti del legale rappresentate della società, qualora non si fosse proceduto ad una liquidazione immediata delle cifre richieste.

Luisa, tieni conto che le richieste iniziali erano di 117.000 euro da parte di INAIL e di 75.000 euro circa da parte del legale dell’operaio, per un totale di € 192.000 che la nostra cliente avrebbe dovuto pagare di tasca.

Come assicuratori e consulenti vicini al cliente, soprattutto nel momento del sinistro, ci siamo attivati subito per creare le condizioni affinché le comunicazioni tra le figure coinvolte (legali dei richiedenti, medici e liquidatori della Compagnia di Assicurazione) fossero immediate e rapide.

Una volta garantito un canale di trattativa diretto, di cui la nostra agenzia era garante per conto del cliente, abbiamo fatto in modo di concludere la transazione in accordo e in tempi utili ad evitare coinvolgimenti penali dei vertici aziendali.

Inoltre, grazie alle coperture assicurative attive, studiate fin dal momento della stipula in modo da essere adeguate ai rischi reali e alle caratteristiche specifiche dell’azienda nostra cliente, abbiamo ottenuto che le cifre richieste fossero interamente pagate dalla compagnia, sollevando così l’azienda dal farsi carico, con i propri fondi, dell’incidente.

Gianluca, cosa sarebbe successo al tuo cliente se non fosse stato ben assicurato per la RCT/RCO?

Senza una copertura RCT/RCO che la tenesse indenne dalla richiesta di rivalsa da parte di INAIL e dalla richiesta di integrazione del risarcimento INAIL da parte del dipendente, l’azienda avrebbe subito un colpo difficilmente recuperabile: circa 200.000 euro erosi dal fondo aziendale (quando ci sono) oltre ad una possibile segnalazione penale al legale rappresentante (la fedina penale sporca per un imprenditore equivale a paralizzare per sempre la sua attività). Procedimento che è stato evitato anche grazie alla nostra azione di coordinamento del flusso di comunicazione tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione del sinistro.

Gianluca, a quali elementi bisogna prestare particolare attenzione quando ci si assicura per il rischio RCT/RCO?

Il rischio RCT/RCO deve essere attenzionato soprattutto in alcuni dettagli fondamentali, tra cui l’adeguatezza dei massimali assicurati e la presenza di clausole accessorie che garantiscano da eventuali ripercussioni di legge (sentenze e articoli).

Quando una copertura come la RCT/RCO viene stipulata privilegiando il risparmio sul premio, il rischio è di trovarsi, al momento del sinistro, con una polizza che risulta inadeguata, in quanto non proporzionata rispetto al danno e carente rispetto alle specifiche caratteristiche dell’azienda e alle sua reale esposizione al rischio di responsabilità civile verso terzi e verso i propri dipendenti e collaboratori.

Vuoi raccontarci anche tu un caso in cui la gestione del sinistro ha fatto la differenza?

Rispondi alle domande del questionario che trovi qui e raccontaci come hai gestito un sinistro che ha avuto conseguenze economiche rilevanti per il tuo cliente.

Metti in evidenza quanto è stato importante che il cliente fosse ben assicurato e in che modo la gestione del sinistro diventa determinante e fa la differenza nella per la sicurezza economica e la vita del cliente.

Sarà nostra cura rielaborare le tue risposte per trasformarle in un’intervista che pubblicheremo qui sul blog.


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Informazioni su Luisa Rosini

Ideatrice e responsabile di Parliamo di Assicurazioni, insieme ad altri professionisti, promuovo un modo di essere assicuratore che si riappropria del proprio ruolo sociale e mette al centro il cliente e il suo bisogno di sicurezza. Le mie competenze in counseling, applicate alla consulenza assicurativa, mi permettono di aiutare gli assicuratori a rendere i clienti maggiormente consapevoli dei rischi a cui sono esposti e delle conseguenze economiche che ne potrebbero derivare. Con le mie competenze in content e inbound marketing, li aiuto a promuoversi online creando cultura assicurativa, così da diventare un valido punto di riferimento per le persone che incontrano in rete e strutturare un sistema di acquisizione di nuovi clienti maggiormente consapevoli dei propri rischi e dell'utilità delle assicurazioni come strumenti di pianificazione finanziaria.
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